martedì 25 marzo 2014

Parma: scoperta truffa nella gestione di un canile, denunciato un veterinario

Il personale del Nucleo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Parma, allertato dalla segnalazione di una dipendente dell'anagrafe canina di un Comune della Provincia di Piacenza, ha scoperto la truffa compiuta dal gestore di una struttura adibita a ricovero e pensione per cani situata nel comune di San Secondo in Provincia di Parma, un veterinario denunciato anche per esercizio abusivo della professione veterinaria.

Le indagini hanno evidenziato in diversi Comuni dell'Emilia Romagna l'illecito pagamento al canile del mantenimento per cani che invece non erano più presenti nella struttura perché adottati o addirittura deceduti anche anni prima. I Comuni truffati sono complessivamente otto e il raggiro è stato favorito anche dalla distanza dei Comuni stessi dal canile che confidavano nel rapporto fiduciario col veterinario per il controllo della movimentazione dei cani.

Il trucco era semplice: i randagi che effettivamente erano stati recuperati in diversi Comuni della regione, da Bellaria (RN) ad Alseno (PC), venivano trasferiti presso la struttura di San Secondo per essere successivamente dati in affido a privati. Quando però venivano realmente affidati o morivano, il veterinario che gestiva il canile non comunicava l'avvenuta adozione o la morte ai Comuni continuando a percepire la retta per il loro mantenimento. A seconda della convenzione la retta ammontava a circa tre euro al giorno per esemplare.

Dall'analisi della documentazione sequestrata sono state scoperte irregolarità sui registri, cancellature e false dichiarazioni che attestavano il conferimento dei cani mesi o addirittura anni dopo rispetto a quando fossero realmente usciti e non più in carico alla struttura.  Le indagini laboriose hanno consentito di smascherare la truffa che, per i soli due anni presi in esame, superava i diecimila euro.
Le ricerche, dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Parma dr.ssa Lucia Russo, hanno evidenziato anche documenti di presunti affidatari totalmente contraffatti o rimaneggiati comportanti il delitto di falso documentale.

Gli agenti hanno verificato, inoltre, che il gestore della struttura, un veterinario piuttosto conosciuto nella zona, risultava essersi volontariamente cancellato dall'Albo professionale per raggiunti limiti di età contributiva e, pur non essendo più iscritto all'ordine dei veterinari di Parma, continuava tranquillamente ad esercitare la professione facendo operazioni chirurgiche, inoculando microchip e prescrivendo farmaci. Per questo motivo è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per abusivo esercizio della professione medico veterinaria.

Il veterinario ha concordato con il Pubblico Ministero il patteggiamento per truffa aggravata, falso ideologico, falso materiale, falso in certificati e abusivo esercizio di professione, per una pena complessiva di dieci mesi di reclusione e poco meno di 500 euro di multa, pena sospesa per la condizionale.

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