martedì 25 marzo 2014

Bucarest, brutale irruzione in due canili privati, muoiono 4 cani

Venerdì scorso un gruppo di accalappiacani dipendenti dell’ASPA, il Dipartimento per la gestione del randagismo di Bucarest, ha fatto irruzione in due strutture gestite dalle associazioni Vier Pfoten e Paws2Rescue. Con una brutalità inaudita documentata da alcuni video che stanno facendo il giro del mondo, gli operatori del Comune hanno trascinato 90 cani uccidendone quattro, secondo le dichiarazioni di alcuni testimoni che hanno assistito all’intera operazione. 15 degli animali portati via erano stati da poco sterilizzati ed erano in degenza. Il raid - per il quale si potrebbero configurare reati che vanno dal saccheggio, alla violazione della proprietà privata fino al maltrattamento e all’uccisione di animali - sembra un messaggio rivolto alle organizzazioni animaliste che operano a Bucarest e in tutta la Romania nel tentativo di salvare migliaia di cani randagi condannati a morte dalla legge approvata lo scorso settembre, in seguito al misterioso decesso di un bambino in un parco della capitale.

Le due strutture, infatti, collocate su un terreno di proprietà della municipalità numero 6 di Bucarest con regolari contratti, erano a norma di legge e finanziate interamente dai fondi privati delle associazioni.

«Siamo sconcertati di fronte ad un episodio che sembra mettere in dubbio l’esistenza di uno Stato di diritto in Romania - commenta la presidente di Save the Dogs  Sara Turetta – e che guarda caso si verifica proprio all’indomani di un incontro di Vier Pfoten e della nostra associazione con l’Autorità Nazionale Veterinaria. A nostro avviso il grave episodio intende gettare nel panico le centinaia di gruppi e attivisti che in tutta la Romania cercano di mettere in salvo i cani randagi e smentisce in modo eclatante il Governo che per mesi ha rassicurato la cittadinanza parlando di una “legge per le adozioni”, non “per le uccisioni”.»

Le associazioni chiedono la rimozione immediata del direttore di ASPA Razvan Bancescu, il quale a poche ore di distanza dall’irruzione si è limitato a comunicare con orgoglio alla stampa rumena che negli ultimi tre mesi sono stati eliminati 2.000 cani randagi nella capitale grazie al lavoro del suo dipartimento. Finora non è giunta alcuna dichiarazione ufficiale da parte del sindaco di Bucarest Sorin Oprescu, da sempre sponsor di Bancescu, mentre le ambasciate rumene di mezza Europa vengono sommerse da lettere di protesta a seguito della diffusione dei video sull’operazione di venerdì.

«Ci aspettiamo che l’Autorità Nazionale Veterinaria prenda provvedimenti urgenti contro i responsabili di questo scempio - conclude Turetta - tutelando non solo i diritti di degli animali e delle associazioni che se ne occupano ma anche l’immagine della Romania, pesantemente danneggiata dalle modalità con cui le autorità stanno gestendo l’annoso problema del randagismo. Chiediamo inoltre che vi sia una pubblica condanna da parte delle istituzioni europee visto che la Romania ha formalmente ratificato la Convenzione di Strasburgo per i Diritti degli Animali da Compagnia ma la disattende ogni giorno.»

L’episodio rischia di far saltare il tavolo aperto tra il governo e le associazioni animaliste, con il quale si ricercava una collaborazione per attuare le parti positive della legge. Queste prevedono la sterilizzazione e identificazione obbligatoria di tutti i cani di proprietà entro la fine del 2014, indicazioni che finora non sono state in alcun modo attuate. In compenso le uccisioni proseguono a ritmo serrato in tutta la Romania, a conferma di ciò che le associazioni hanno sempre sostenuto: la 258 è solo una legge “ammazza randagi”.

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