Ussita (Macerata), 21 gennaio 2011 - Nonostante la neve avesse iniziato a cadere all’alba, alle 9 di ieri, i carabinieri della compagnia di Camerino e del nucleo di polizia giudiziaria, funzionari e operatori del servizio veterinario dell’Asur 10 e la polizia municipale si sono portati a Casali di Ussita. Al pastore, che gestisce i due ovili all’inizio del paese, è stata notificata l’ordinanza della Procura della Repubblica con cui è stato disposto il sequestro dei cani in soprannumero e tenuti in ambiti ristretti. L’allevatore non ha mostrato, inizialmente, disponibilità a permettere l’esecuzione del provvedimento. Poi si è lasciato convincere dai veterinari e dai carabinieri.
In un ovile sono stati prelevati 5 cagne e 6 cuccioli di pastore maremmano, un’altra cagna nel secondo ricovero. Gli animali sono stati quindi trasferiti nel 'rifugio' di Camerino, a Colle Altino, gestito dall’associazione Lega nazionale per la difesa del cane. L’intervento delle forze dell’ordine, disposto da alcuni giorni, fa seguito alla comunicazione all’autorità giudiziaria dell’ordinanza del sindaco di Ussita, Sergio Morosi, con la quale il pastore era stato diffidato a trasferire le cagne non sterilizzate in canili pubblici e a garantire condizioni di vivibilità agli animali.
I carabinieri hanno proceduto a effettuare accertamenti, anche con riprese video, sulle condizioni di mantenimento anche degli oltre 200 ovini, al fine di verificare situazioni nelle quali si possa configurare il reato di maltrattamenti di animali. Avrebbero trovato inoltre alcuni cuccioli morti. L’altro ieri i due ovili avevano ricevuto la visita di agenti del corpo forestale dello Stato, di esponenti di associazioni animaliste e di operatori di Striscia la Notizia.
La nota trasmissione di Canale 5 si era già interessata dell’allevamento di Casali in marzo. La situazione, contestata soprattutto dagli animalisti (anche con un’ampia campagna su decine e decine di pagine web) sarebbe collegata all’impossibilità del pastore, pensionato, a curare con la dovuta intensità l’intero allevamento. Da parte dell’amministrazione comunale si sono registrati interventi da oltre un anno e mezzo.
Quattro le ordinanze sindacali. Con una è stato autorizzato l’utilizzo, al massimo, di quattro cani da gregge ogni 50 pecore. Con un’altra è stato vietato che i cani fossero lasciati vagare liberi, fuori dall’allevamento, con pericolo per le persone e per gli esemplari di altri proprietari. Con un’altra ancora che fossero catturati quelli che si erano resi randagi e, infine, che fossero sterilizzate le femmine. Non tutti i provvedimenti, come si è visto, hanno avuto un riscontro.
fonte:la nazione
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