
ZELARINO. Teneva il suo cane da caccia - un giovane Pointer nero - legato ad una catena di neppure 50 centimetri dentro un box di metallo, sporco, con spigoli taglienti, chiodi e fili di ferro sporgenti, distribuiti apposta dal padrone nel giardino della sua casa di Trivignano, perché il cane non scappasse. La giudice Chiara Binozzi ha condannato U.B., 63 anni, a 3 mila euro per maltrattamento di animali. Il Tribunale di Venezia ha anche stabilito al contempo la «confisca» del cane maltrattato, affidandolo così al Servizio veterinario dell'Asl 12: in realtà, l'animale - subito sequestrato dai vigili del Servizio sicurezza urbana che fecero l'intervento nell'ottobre del 2007, dopo una segnalazione di una veterinaria dell'Asl 12, vicina di casa - è da tempo «adottato» da una famiglia zoofila. Happy end, dunque. Sono però ancora molte le segnalazioni di maltrattamento, abbandono o anche solo soccorso di animali che giungono ai centralini di pompieri, Asl 12, Polizia provinciale, vigili urbani, che rilevano la maggior parte degli interventi affidandoli proprio ai vigili urbani del Settore disagio sociale, diretto da Fabio Zanetti e dove opera anche Maurizio Francesconi, ispettore di polizia municipale e guardia zoofila. Segnalazioni più puntuali rispetto al passato, per la maggiore sensibilità delle persone sul tema del maltrattamento degli animali. Quasi un centinaio di interventi all'anno, anche se la casistica è la più disparata, compreso il fatto che nella metà dei casi si tratta di false segnalazioni di maltrattamento tra vicini in lite per i rumori del condominio o di ex coniugi separati che si contendono la custodia dell'animale o si fanno i dispetti. Nel 20% dei casi si tratta invece di veri e propri maltrattamenti, dalla custodia in condizioni «disumane» degli animali al loro abbandono, quando diventano d'impaccio: si va dall'iguana liberata in spiaggia nel periodo delle ferie al serpente lasciato in un parco perché la convivenza alla lunga è complicata, da quanti aizzano i propri grossi cani contro i gatti di strada agli animali soccorsi e operati perché caduti dal balcone di casa o arrampicati in luoghi impossibili. Ogni intervento presuppone l'azione condivisa di corpi diversi, talvolta corse notturne per portare animali ad operare tra Venezia e Mestre. In alcuni casi - non così rari, almeno una decina nell'ultimo anno - la segnalazione per maltrattamento rivela agli occhi di vigili, operatori e veterinari, realtà di grave disagio sociale: persone sole che dividono la stessa sporcizia nella quale tengono i loro animali, solitudini tristi e dimenticate da tutti, che vengano alla ribalta perché l'abbaiare incessante di un cane o il suo corpo magro muovono in compassione qualche vicino. Così gli animali vengono curati dai veterinari, assistiti dalle associazioni che si occupano di protezione animali, ma soprattutto i loro padroni vengono presi in carico dai servizi sociali, senza allontanarli dai loro compagni di sventura a quattro zampe, con i quali - nonostante tutto - stemperano la solitudine del disagio.
fonte:la nuova venezia-foto dal web
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