venerdì 11 marzo 2011

Seviziavano gatti ,a processo tre muratori di Guspini


I lamenti disperati di un gatto che è stato ridotto in fin di vita ha attirato l'attenzione della sua padrona che da giorni lo cercava. Ha capito che qualcuno lo stava massacrando e ha segnalato tutto alla polizia municipale: una pattuglia di vigili è intervenuta subito e ha scoperto tutto quello che accadeva all'interno del cantiere. E ha fatto scattare le denunce. Ora, di fronte al giudice per difendersi dall'accusa di maltrattamento di animali, si ritrovano tre muratori di Guspini: Giampaolo Pia di 46 anni, Massimiliano Pinna di 32 e Maurizio Giraldo di 30.
Ieri mattina, di fronte al giudice monocratico del Tribunale di Tempio, Riccardo De Vito, si è aperto il processo. Il pubblico ministero Gianmarco Vargiu ha interrogato i primi testimoni, tra i quali la donna che ha allertato la polizia municipale. Il suo gattino era scomparso da alcuni giorni e lei lo cercava dappertutto, in tutte le strade del quartiere e anche nelle campagne. Poi ha sentito il lamento disperato e ha capito che stava succedendo qualcosa di macabro. Quando gli agenti della polizia locale sono entrati nel cantiere hanno trovato le gabbie e il gatto moribondo. Un veloce sopralluogo è bastato per capire come funzionava il sistema. Per attirare i gatti, all'interno della trappola era stata sistemata un'esca: un boccone di carne che bastava per catturare la preda. A quel punto iniziavano le sevizie con il fuoco.
Giampaolo Pia, Massimiliano Pinna e Maurizio Giraldo sono stati subito denunciati e nel corso della prossima udienza, che si svolgerà a giugno, il giudice emetterà la sentenza.

2 commenti:

  1. Ma perchè mai nessuno di questi sadici psicopatici finisce in galera??? se la caveranno con la solita multina di 200 euro!!!!

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  2. tortura con il fuoco, ecco la risposta. La subissero loro, che dirgli bestie e' fargli un complimento! Vorrei davvero che le sanzioni per maltrattamento verso gli animali fossero moltiplicate, rese al pari di quelle contro gli umani. La brutalita' contro una vita e' un'indecenza, a maggior ragione quando la vittima non ha modo di difendersi

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