mercoledì 1 dicembre 2010

Epidemia di obesità, dall'uomo agli animali domestici


Roma, 1 dic. (Apcom) - Di cani e gatti sovrappeso che assomigliano un po' ai padroni se ne vedono tanti. Una nuova ricerca, condotta su oltre 20 animali e pubblicata on line su 'Proceedings della Royal Society B', ci dice addirittura che l'epidemia di obesità che appesantisce il genere umano sta investendo anche gli animali più prossimi all'uomo: quelli domestici, quelli selvatici che vivono in prossimità di esseri umani e quelli utilizzati nei centri di ricerca. Segno che, probabilmente, la causa dell'allungarsi del girovita non è legata solo ad una dieta sbagliata e al poco esercizio fisico, ma anche a fattori ambientali. L'autore della ricerca David Allison, un biostatistico presso l'Università britannica di Alabama a Birmingham, ha misurato i cambiamenti di peso di un ampio campione di primati e roditori utilizzati per la ricerca, gatti e cani domestici, topi selvatici e cittadini. "Sia l'aumento percentuale del peso corporeo che le probabilità di essere in sovrappeso hanno mostrato una forte tendenza verso l'alto - spiega -. Non sappiamo perché questi aumenti si siano verificati". In alcuni casi la spiegazione potrebbe essere ovvia: i ratti selvatici che frugano tra i rifiuti per le strade delle città ingrassano probabilmente per la crescente ricchezza della loro dieta. In altri casi, invece, in gioco potrebbero esserci fattori meno evidenti. Ad esempio, delle tossine che disturbano il sistema endocrino, o agenti patogeni che potrebbero avere un effetto diffuso sul metabolismo dei mammiferi.

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