giovedì 25 novembre 2010

Catanzaro: i ghiri finiscono in padella!


Diciannove ghiri spellati, sviscerati e poggiati sul fondo di alcune pentole pronti per essere cucinati. Questa la raccapricciante scoperta fatta nel cosentino dagli agenti del Comando Stazione forestale di Santa Caterina dello Jonio e coadiuvati dai Carabinieri di Isca Marina, dopo l’irruzione nel fabbricato di un bracconiere nel comune montano di Isca sullo Jonio.

La Forestale ha denunciato a piede libero l’uomo, originario del luogo, per i reati di illecita cattura, abbattimento e detenzione di esemplari di specie faunistica protetta, appartenenti alla famiglia Gliridae dell’ordine Rodentia, mammiferi tutelati sia dalla Legge del 1992 che regola l’attività venatoria che dalla Convenzione di Berna, ratificata in Italia nel 1981, che mira alla conservazione di flora e fauna selvatica e dei relativi habitat naturali. Per quanto riguarda in particolare i ghiri, la Convenzione ne vieta qualsiasi forma di cattura, detenzione e uccisione.

Dunque divieto assoluto di cacciare ghiri sull’intero territorio nazionale, ma ad aggravare il caso ci sono anche le prove raccolte dagli agenti che dimostrerebbero come gli animali siano stati catturati di martedì, in piena giornata di silenzio venatorio, con l’ausilio di trappole vietate. Nel fabbricato sono stati trovati infatti numerosi archetti e, in una località vicina ad esso, sono state rinvenute tra i rami di leccio e corbezzolo altre 5 trappole con ogni probabilità appartenente allo stesso bracconiere.

Oltre ai ghiri e a una ventina di trappole, la Forestale ha sequestrato il cannello-bruciatore a gas adoperato per spellare i piccoli mammiferi. L’intervento si inserisce nell’ambito dei servizi di controllo del territorio per la prevenzione e la repressione dei reati ambientali, con particolare attenzione al fenomeno del bracconaggio.

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