venerdì 9 aprile 2010

ANCORA STUDI SU TOPI PER IL BISFENOLO A NONOSTANTE GRAVI ERRORI DEL PASSATO


Uno studio italiano, condotto dal professor Giulio Signorile con la Fondazione Italiana Endometriosi, ha indagato il legame tra l’insorgenza dell’endometriosi e l’esposizione al Bisfenolo A durante la gravidanza nei topi.
Nonostante le evidenze scientifiche legate alla diversa permeabilità placentale tra l’uomo e le altre specie e i gravi danni provocati dalla commercializzazione del Bisfenolo A, proprio a seguito della dimostrazione dell’innocuità della molecola con test su animali, ancora una volta assistiamo al ricorso ad animali, nello specifico di topi, per indagare una malattia che interessa, solo in Italia, 3 milioni di donne.
Infatti, il Bisfenolo A, nato come anticoncezionale negli anni ’70, ma con poco potere anticontracettivo, è stato riscoperto negli anni ’80 dalle industrie della plastica che l’hanno utilizzato per produrre PVC e materiali simili, prodotti su scala industriale grazie alla garanzia dei test su animali che ne avevano confermato la sicurezza.
Ma numerosi studi effettuati sull’uomo hanno dimostrato la pericolosità di questa molecola che si accumula nel nostro organismo, in modo totalmente diverso dalle altre specie, diventando tossica e provocando lo sviluppo di cancro ai testicoli e al seno.
Inoltre uno studio su Nature riporta: “In diverse razze di topi è stato appurato che si possono avere più di mille reazioni a queste sostanze chimiche. Il presupposto normativo errato, secondo cui il risultato, o il margine di sicurezza, si presti fino a dieci adeguamenti - in base alla variabilità genetica - non ha nessuna attinenza con i risultati ottenuti”.
Nonostante questi errori del passato legati alla sperimentazione su animali e la possibilità di effettuare ricerche non invasive sull’uomo, si continua a sostenere e sovvenzionare studi che si avvalgono di animali, cadendo in gravi implicazioni etiche tra cui possibili ritardi nella scoperta di nuove cure e pericoli per la salute umana.

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