venerdì 28 gennaio 2011

Legati alla catena, senza una cuccia e affamati

SAN MINIATO. C'è un cane che fa pasti regolari solo grazie al buon cuore di due cittadini. Altri Fido sono costretti a vivere in spazi angusti e senza il riparo di una cuccia. Giornate intere legati a una catena troppo corta per sentirsi liberi, in recinti sporchi e fangosi. Succede nella campagna di San Miniato, uno dei pochi Comuni della provincia che ha avuto il coraggio di approvare un regolamento sul benessere degli animali d'affezione. Ci sono le regole ma non è facile farle rispettare. «È un problema di mezzi ma anche di volontà - sostiene la nostra guida -. I cani non votano mentre i loro padroni sì».  È una signora a guidarci nella scoperta di questo girone a due passi dal centro abitato, il patto è garantirle l'anonimato. «Ho paura», dice. Ma è sufficiente guardare negli occhi uno di questi cagnoni per capire la distanza tra il benessere e la loro condizione. Lo confermano anche le associazioni animaliste: riceviamo segnalazioni di preoccupante degrado.  «Invito caldamente la polizia municipale e la Asl a vigilare sulle situazioni dubbie - dice il presidente Dav, Alessio Giani -. Dalla zona di San Miniato continuiamo a ricevere segnalazioni di preoccupante degrado. Ogni forma di maltrattamento su un cane non è solo lesiva della sua dignità ma crea anche pericolosità sociale».  Il regolamento è solo il primo passo per prendersi cura di Fido. «Non sempre alle nostre segnalazioni di maltrattamento seguono interventi delle autorità - afferma Anna Maria Brunoni, presidente provinciale Enpa -. E anche quando ci sono spesso manca il controllo delle disposizioni imposte al proprietario dell'animale». Che aggiunge: «A San Miniato almeno hanno cercato di fare qualcosa in positivo con il regolamento. Ma con Castelfranco e Santa Croce sono tra le zone meno attente alla cura degli animali d'affezione».

fonte:il tirreno

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