venerdì 29 ottobre 2010

LOCRI: NIENTE PIU' CIBO AI RANDAGI DEL CIMITERO DI MAMMA CORAGGIO


Locri, niente più cibo ai randagi del cimitero: il comune “stoppa” mamma coraggio
Alt dell’amministrazione comunale a Liliana Carbone, che curava i gatti sulla tomba del figlio ucciso dalla ‘ndrangheta a 30 anni. Lamentele dei cittadini, interviene un assessore. Il sindaco: “Non si può trasformare il cimitero in uno zoo”

LOCRI – Da quando sei anni fa la ‘ndrangheta le ha ammazzato impunemente un figlio di 30 anni, mamma coraggio Liliana Carbone, una maestra nota per le sue coraggiose denunce, si reca ogni giorno al cimitero. Sulla tomba del suo Massimiliano è stata aggredita il 18 settembre del 2006 dall’uomo che lei ha denunciato pubblicamente come il mandante dell’omicidio e che è stato l’unico indagato fino all’archiviazione del caso nel 2007.
Al cimitero di Locri vive una colonia di gatti, di cui Liliana si prende amorevolmente cura ogni mattina. Con questa scena si apre il documentario indipendente ‘Oltre l’inverno’ che racconta la dura lotta quotidiana di questa maestra calabrese contro l’omertà e l’isolamento. La signora Carbone dice davanti alle telecamere che ‘Massimiliano amava i gatti’ e lei continua a prendersene cura ogni singolo giorno della sua vita. Fino a questa mattina, quando i coniugi Carbone hanno trovato l’assessore ai Servizi cimiteriali Piero Leone ad attenderli all’ingresso per chiedergli di non dare più da mangiare ai felini. “Li ho avvicinati garbatamente – riferisce Leone – abbiamo ricevuto lamentele di altre donne che vanno al cimitero e si sporcano i piedi per i bisogni degli animali, ho saputo che la signora va a portare cibo ai randagi sia all’esterno sia all’interno, entrambe le cose sono vietate dal regolamento”.

Gli fa eco il sindaco Francesco Macrì, raggiunto telefonicamente: “Non si può trasformare il cimitero in uno zoo, i cittadini hanno paura dei gatti che stanno sulla tomba del figlio”. Da qui l’ammonimento verbale alla famiglia Carbone a smetterla di sfamare i randagi del cimitero. Alla domanda se siano state contattate le associazioni animaliste per la cura dei felini, l’assessore Leone conferma che l’unica misura presa dall’amministrazione comunale è stata quella di chiedere a Liliana Carbone di non portare più cibo ai gatti.

A promettere di chiamare le associazioni animaliste è proprio Liliana Carbone, che già sta pensando alla soluzione alternativa di traslocare in casa sua tutti i felini del cimitero. “Proprio in questi giorni c’è stata la prima proiezione a Locri alla cooperativa Mistya del documentario e altre visioni nel resto d’Italia. I giornali locali ne hanno parlato – commenta mamma coraggio – in quelle scene si vede tutto il degrado che c’è intorno alla tomba, più che i gatti, il vero problema è l’incuria in cui è lasciato il cimitero di Locri”.
E sulla struttura la mamma di Massimiliano Carbone solleva anche una questione di sicurezza. “Proprio lì sono stata aggredita sulla tomba di mio figlio dall’uomo che è stato poi indagato per l’aggressione e per l’omicidio, caso poi archiviato – racconta – domani c’è la quindicesima udienza per l’aggressione, dopo che quasi tutte le altre sono andate a vuoto con l’assenza dei due testimoni: il custode del cimitero e un carabiniere”.
L’aggressione denunciata da Liliana Carbone avvenne nel tardo pomeriggio del 18 settembre 2006, due ore dopo l’affissione dei manifesti per il secondo anniversario dall’agguato mortale in cui perse la vita Massimiliano. Da allora, ogni anno con quei manifesti in tutte le strade principali della città, Liliana Carbone cerca di mantenere viva la memoria del delitto senza giustizia. Dal 17 settembre del 2009, va sempre in giro con la foto di suo figlio attaccata al petto, come suo monumento alla memoria. (raffaella cosentino)

Agenzia Redattore Sociale

Il trailer e il sito del documentario
http://www.youtube.com/watch?v=A49m-m7fsrY
http://www.oltrelinverno.blogspot.com/

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